Nel Buco Della Serratura Ff M


by Anonymous

Era uno spettacolo incredibile. Il letto era esattamente di fronte alla porta, avevo una visione diretta anche se piccola e scomoda; ma vedevo perfettamente S. mentre si toglieva il costume e si massaggiava dove i bordi elasticizzati avevano lasciato il proprio segno, poi si osservava allo specchio: nonostante non fosse piu' giovanissima era decisamente ancora bella. Da dove la guardavo (il buco della serratura) mi appariva come un angelo. E la mia mano correva verso il solito posto, la mia mente verso la consueta fantasia...

"CHE COSA STAI FACENDO!!??!!??!!"

una scarica di adrenalina mi percorse dalla nuca al tallone. Non avevo assolutamente sentito l'arrivo di N., mi aveva colto in flagrante. Mi sentii avvampare e cercai rifugio addossandomi alla parete

"n-n-nulla..."

"BRUTTO BUGIARDO CHE NON SEI ALTRO!"

e condisce queste parole afferrandomi per un braccio, scuotendomi. Io sono passato dal rosso al bianco, lei ora e' paonazza dalla rabbia. Non e' molto piu' alta di me, ma la sua forza sembra moltiplicata per cento. Continua a scuotermi, e comincio ad avere paura.

"PICCOLO SPORCACCIONE, COSA CREDEVI DI FARE!"

Richiamata dalle grida di N., anche S. esce dalla stanza, con addosso l'accappatoio. Ho voglia di vomitare. Vorrei fuggire, non essere mai stato la' e non vorrei mai aver pensato di spiarla mentre si spogliava.

"N., cosa succede ? Perche' gridi " dice inizialmente, poi, accorgendosi della mia espressione e del fatto che sono addossato al muro e N. mi tiene per un braccio, aggiunge "Che ha fatto ?"

"Questo...Questo sporcaccione stava guardando nel buco della serratura...della tua stanza!"

"COSA?!"

Io non ho il coraggio di guardarla. Tengo il capo chino, non proferisco parola.

"E' VERO ?"

silenzio.

"RISPONDI!"

silenzio.

CIAFF. E' arrivato il primo schiaffo.

"RISPONDI!"

"s...s...si" con un filo di voce.

"So io quello che ci vuole!", dice S., e torna nella sua stanza.

Non faccio in tempo a preoccuparmii che e' gia' tornata, e in mano stringe una cintura di cuoio, raddoppiata.

Il mio biancore aumenta, cerco di liberarmi ma la stretta di N. aumenta.

In un attimo vengo trascinato in camera mia, mi rendo conto che sto per ricevere una punizione durissima che non ho mai subito in vita mia, vorrei gia' piangere, continuo vanamente a cercare di scappare, ma ora sono in due a tenermi.

Senza che possa farci niente mi ritrovo, per aumentare la mia umiliazione, sulle ginocchia di N., che si e' seduta sul letto, con S. che mi tiene ferme le gambe.

"No, vi prego, non voglio!"

"Fai silenzio!"

Mi accorgo che S. ora mi tiene le caviglie con una sola mano, liberando evidentemente l'altra per portare il primo colpo. Mi muovo freneticamente, ma sono completamente immobilizzato.

"Aspetta, S., io preferisco il metodo tradizionale" dice N., e mentre lo dice afferra il bordo del mio costume e con un colpo solo lo porta fino ai ginocchi! Il mio terrore aumenta, ma non faccio in tempo a proferire parola che arriva, sonora e dolorosa, la prima sculacciata della mia vita, perdipiu' a sedere nudo!

SMACK!

L'urlo che lancio e' piu' per l'umiliazione che per il dolore.

"AHIAA"

"Aspetta a urlare, questo non e' che l'inizio!"

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

I colpi si succedono con velocita' crescente, i miei lamenti e preghiere non servono assolutamente a niente: sono decise a picchiarmi fino a che regge il braccio.

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

"Ahia! ahia! ahia no, basta per favore! basta! basta no! per favore non ce la faccio piu', cazzo!"

"Allora sei proprio incorreggibile! Il tuo linguaggio e' degno del tuo comportamento, e ti meriti anche queste!"

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

"Hai qualche altra osservazione intelligente da fare ?"

"No..per favore no, basta vi prego..."

"Cosa pensavi di fare quando spiavi S. dal buco della serratura ?"

"Niente...niente lo giuro "

"Bugiardo impenitente "

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

Mi si seccasse la lingua!

"Adesso credo che sia pronto per la tua parte, non credi ?" dice N. rivolgendosi alla sua amica.

"Quale resto ? " dico io dalla mia scomodissima posizione, con la maglietta alzata fino al collo, il costume abbassato fino ai ginocchi, le lacrime sul volto, il fondoschiena in fiamme e rosso.

"Le frustate che ti meriti per cio' che hai fatto, ragazzaccio!"

"Oddio no, vi prego, giuro che non lo faro' piu', vi prego!"

"Ci puoi scommettere che non lo farai piu'!"

N. ha ora tutte e due le mani libere, con una mi tiene i polsi incrociati sulla schiena, con l'altra mi circonda le gambe un po' piu' su delle ginocchia: sono immobilizzato, posso solo muovere il bacino ma mi rendo conto che non serve a niente...

Con la coda dell'occhio vedo S. che si mette in posizione, di fronte a N. Raddoppia la cintura ed e' pronta.

WHAP! AHAAAA! No, no, no, non e' possibile, mi dico. Denudato e frustato come... come, cosa, non mi sembra vero. Dio che male, non so piu' se mi fa male per le sculacciate di prima o se per la frustata di ora. Non appena smetto di divincolarmi, ecco che arriva il secondo colpo

WHAP! AHAAAA! "Basta, basta, per favore!"

"Ascoltami bene " dice N. chinando la testa verso di me "se la smetti di divincolarti finiremo presto, ma se continui a muoverti rischi di stare qui tutta la sera. Per noi non e' un problema, ma forse per te si..."

Istintivamente, mi fermo.

WHAP! AHAAAA! E' sempre peggio. Cerco di non muovermi, non penso che cosi' rendo il loro compito piu' facile, mi attacco solo al "finiremo presto". Ma quando presto ?

WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA!

"Pensi che dodici colpi siano sufficienti, N. ?" chiede S. con l'aria di aspettarsi una risposta negativa.

"No. Altri sei, e poi a letto senza cena!"

"Vi prego, non ce la faccio piu'! Vi prego!"

La risposta arrivo' in un istante:

WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA!

Credo che a N. occorra tutta la forza per tenermi fermo, ma le frustate non cessano.

WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA! WHAP! AHAAAA!

I miei singhiozzi sono sempre piu' disperati, ci metto un attimo a realizzare che forse e' finita: vengo liberato dalla morsa delle braccia di N., mi mettono in piedi.

Prima ancora di tirarmi su il costume per coprire la mia nudita', porto le mani dietro: scotta!

"Fila a letto, e che non ti senta fiatare fino a domattina! Chiaro ? "

Senza perdere un istante, mi tiro su il costume, infliggendomi cosi' un altra sofferenza quando l'elastico arriva a contatto con la pelle infuocata del mio didietro, mi infilo nel mio bagno, apro l'acqua fredda del bidet cercando un po' di refrigerio...

...

La mattina dopo, mi risvegliai ancora eccitata da quanto era successo la sera prima. Da tempo io e N. pianificavamo su come arrivare ad avere A. in nostro potere per poterlo sculacciare e frustare di santa ragione. Ci aveva fornito un occasione splendida, e andava in qualche modo premiato. Mi diressi verso la sua stanza, dopo aver osservato N. che usciva per andare sul mare, entrai. Stava ancora dormendo, con la pancia sotto e, sembrava, solo con il lenzuolo. Mi misi a sedere sul bordo del letto, iniziai a carezzargli i capelli, poi, con cautela, a sollevare il lenzuolo, sempre carezzandolo. Era, come pensavo, nudo. Le natiche erano ancora rosse, con alcuni segni più marcati, effetto sicuramente delle mie frustate. Piano piano, con solo due polpastrelli, iniziai a passargli delicatamente un po' di crema sui punti più rossi. A. emise un mugolio, poi lentamente apri' gli occhi. Nel vedermi si spaventò, cerco' di coprirsi, ma gli parlai con voce suadente e gli dissi di stare tranquillo, volevo solo passargli un po' di crema rinfrescante. Non del tutto convinto, si lasciò guidare la testa di nuovo sul cuscino, mentre con l'altra mano continuavo a massaggiargli la pelle arrossata.

Senti' che si rilassava, ora era tranquillo. Gli dissi di mettersi in ginocchio, o meglio a quattro zampe, perche' c'era una zona che altrimenti non era raggiungibile. Obbediente, docile, si mise come gli avevo detto, tenendo la testa china nell'incavo delle braccia.

Con una mano, capii' immediatamente perche' era cosi' docile. Il furfantello aveva una bellissima erezione, e non si spavento' nemmeno un po' quando iniziai a masturbarlo con dolcezza. Mugulava di piacere, mentre io mi godevo la freschezza dei suoi pochi anni e la fantastica visione del suo didietro nudo e rosso, andando con la mente alla sera precedente... e intanto la mia mano aumentava l'intensita' cosi' come aumentava l'intensita' dei suoi mugulii...

Non mi sorprese l'esplosione, ne' la sua espressione, per un attimo, della beatitudine raggiunta, prima che questa lasciasse spazio alla convenzionale vergogna.

Non c'e' niente di cui vergognarti, piccolo mio, gli dissi mentre lo carezzavo sui capelli. Prima di andarmene, soavemente, gli dissi "se ti è piaciuto, se vuoi che lo rifaccia, sai qual'e' il prezzo da pagare. Se risuccederà di nuovo che tu abbia bisogno di un nostro intervento disciplinare, sarai compensato dalle mie attenzioni." Lo lasciai a riflettere, e me ne andai al mare.

Due giorni dopo, la sera, mentre io e N. ci godevamo il fresco in terrazza, A. si è avvicinato. Tenendo il capo chino, esitando, ci disse che durante quella giornata si era comportato male e che pensava di meritare una punizione.

Senza distogliere gli occhi dal libro che stava leggendo, N. gli disse, con tranquillità e fermezza, di andare in camera sua e di aspettarci là. Con un lampo negli occhi, non so se di paura o di eccitazione, A. ci lascio' per recarsi dove gli era stato detto, ad attendere una nuova seduta rieducativa.

Dopo alcuni minuti lo raggiungemmo. N. stringeva in mano un battipanni di plastica, io la mia cintura di cuoio.

Come ci vide entrare, A. si stese sul letto nel centro del quale aveva posizionato due cuscini, si tolse il costume e la maglietta. Dopo aver afferrato le sbarre del letto disse, con la voce leggermente emozionata:

"Per favore, volete darmi la punizione che ho meritato ?"


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