Il Fumo Fa Male, Molto Male...


by Spanking_italian <Tommi968@yahoo.com>

"IL FUMO FA MALE...MOLTO MALE", di Tommi e Arles

Alle 13.15 di un venerdì suona la campanella nelle scuole dei due fratelli Henry, situate nello stesso complesso scolastico. Luca esce di corsa dalla sua classe, una seconda media, prendendo al volo il cappotto e trascinandosi dietro lo zaino, corre al galoppo verso la porta del piazzale dove deve aspettare il fratello, prima Liceo Scientifico, per andare insieme a casa. Luca ha fretta, perché deve fare un sacco di compiti e poi vuole giocare con la PS 2 fino a cena... insomma un pomeriggio pieno!

Laurent arriva con più calma, insieme al suo amico e compagno di banco Chris, che Luca non può vedere (la cosa è peraltro reciproca: per Luca è gelosia, per Chris è presunzione di essere superiore solo perché maggiore di due anni).

"Laurent, dai andiamo a casa che ho da fare un sacco di compiti". Chiede Luca con aria impaziente.

"Avviati, io devo fare una cosa con Chris"

"Lo sai che papà vuole che andiamo insieme a casa". Luca cerca in tutti i modi di portar via il fratello da Chris.

"Cazzo che rompi che sei, microbo! Perché non sparisci ?" è l'intervento di Chris.

"Meglio microbo che acefalo come te, sempre se conosci il significato di questa parola!". È la pungente replica di Luca, che non si faceva mettere i piedi in testa da suo fratello, figuriamoci da Chris.

"Fanculo Luca, togliti di qui prima che ti spacchi la faccia". Sentendosi colpito nell'orgoglio e non trovando alternative dialettiche da opporre a Luca, Chris va sullo scontato piano della violenza.

"Dai Chris, piantala. E tu avviati che ti raggiungo." Laurent è infastidito dalla lite, ma più per colpa di Chris che del fratello.

"Si, si vado. Cazzi tuoi se arrivo a casa prima di te"

"No, ti raggiungo prima, tranqui."

Con una scrollata di spalle Luca si avvia, il ragazzino è profondamente offeso dal fatto che il fratello abbia preferto la compagnia di Chris alla sua. Ma la curiosità è troppo forte: torna indietro, si rimpiatta dietro un cassonetto e scruta verso l'ingresso della scuola, dove Laurent e Chris sono rimasti soli.

Luca vede chiaramente Chris che passa qualcosa al fratello, e questi se la porta verso la bocca: è una sigaretta!

"CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO" pensa Luca, "mio fratello sta facendo quello che vedo ?" Luca non crede ai suoi occhi, non si sarebbe mai immaginato di vedere Laurent fare una cosa del genere.

Aspetta fino a che non vede Laurent finire la sigaretta insieme al suo amico, poi lo vede gettarla via e prendere una gomma da masticare, quindi avviarsi nella sua direzione. Rapidamente Luca si leva di mezzo, ma non abbastanza rapidamente.

"Luca! Aspettami!". Grida Laurent.

"Muoviti". Risponde secco Luca.

Laurent allora capisce la verità: "Hai visto, vero stronzo? Ti eri fermato a spiare!"

"Si ho visto, che ne sapevo che facevi una cosa così stupida? Hai idea di come s'incazza papà se lo viene a sapere?"

"Di certo non potrà venire a saperlo da me, e se lo viene a sapere da te sei finito!". È la minaccia di Laurent.

"NON SONO UNA SPIA! BOYS RULE, ricordi?"

"Sarà meglio per te"

"E sarà meglio per te se smetti, coglione! E poi davanti a scuola, e magari se passava qualche prof che ti conosce, o il preside? Non puoi essere così scemo!"

"TU -è la replica di Laurent che punta il dito verso il fratello-FCT! (Fatti i Cazzi Tuoi, nel linguaggio giovanile".

"Sì, sì me li faccio, non ti preoccupare!" e corre via verso casa, non vuole fare la strada con Laurent.

"Aspettami! Luca! Aspettami!"

Sempre correndo, i due fratelli arrivano a casa, gettano zaini e giubbotti dove capita, visita al bagno, poi le occupazioni preferite: PS 2 e Blind Guardian...

OH, I HAVEN'T BEEN HERE FOR A WHILE IN BLINDESS AND DECAY THE CIRCLE'S BEEN CLOSED, NOW MY SONG OF THE END I'VE SEEN IT ALL

Ma oggi Luca non ne vuole sapere, e sullo stereo portatile mette uno dei suoi cd, una recente scoperta dall'archivio musicale del padre

WELL WE BUSTED OUT OF CLASS HAD TO GET AWAY FROM THESE FOOLS WE LEARNED MORE FROM A THREE MINUTE RECORD THAN WE EVER LEARNED AT SCHOOL TONIGHT I HEAR NEIGHBORHOOD DRUMMER SOUND I CAN FEEL MY HEART BEGIN TO POUND YOU SAY YOU'RE TIRED AND YOU JUST WANT TO CLOSE YOUR EYES AND FOLLOW YOUR DREAMS DOWN

Le note della magnifica "No Surrender" di Bruce Springsteen accompagnano così Luca mentre gioca con la playstation, in attesa che uno dei due fratelli si decida a pensare al pranzo. Sono già le 13.30, ma quando c'è la scuola si sono abituati a mangiare anche dopo le 14.

Insomma, un casino terrificante reso possibile dall'abitare in una villetta e non in un condominio.

"Luca abbassa lo stereo".Chiede Laurent.

"Abbassalo tu". Luca è ancora arrabbiato col fratello maggiore.

Laurent decide che è meglio lasciar perdere, e poi ha fame...

"Tregua, bro, andiamo a farci da mangiare ?"

"Tregua sia, fratello stupido e preferito!" è la risposta di Luca, accompagnata da una risata, un gesto di sfida non proprio educatissimo alla Stone Cold (dito medio alzato) e una corsa verso le scale, il piano terreno e la cucina.

"Aspetta che ti agguanti, piccolo teppista!" replica Laurent ridendo di gusto e pregustando già un po' di lotta incruenta con il fratello

Laurent recupera il Luca per un braccio, si rotolano subito sul pianerottolo poi fanno le scale un po' di corsa e un po' con il sedere, continuano a lottare come due leoni giù da basso, ridendo come due ossessi e scambiandosi insulti, Luca cerca di morderlo e Laurent di mettersi sopra di lui.

A un certo punto Luca esclama "Laurent, cazzo, puzzi di fumo lontano un miglio"

"Davvero?"

"Si, alzati, che mi dà noia"

"Sarà meglio che mi cambio"

"Fatti anche una doccia, si sente dai capelli che hai fumato. Sei un coglione"

"Luca non ricominciamo, per favore. Non è una cosa che ti riguarda"

"Mi riguarda eccome, dal momento che sei mio fratello, e non ho nessuna voglia di vedere papà che te le suona, e sai quante, se ti vede fumare. Non penserai mica che mi diverta quando le prendi ?"

"Non lo saprà mai"

"Inoltre toglimi una curiosità, sei così stupido da non sapere che fumare fa male?".

"Non ti preoccupare, io fumo pochissimo, non corro rischi"

"Lo spero per te. Io inizio a preparare qualcosa da mangiare".

"Ok. Vado a lavarmi."

"Sì, fratello coglione"

"_f_u_c_k_, e aspettami che ti do mano in cucina, dai. "

"Ok. Intanto preparo due coke".

"Bravo, renditi utile".

15 minuti dopo, in cucina

"Laurent, come li vuoi gli spinaci ?"

"Ma sei scemo?? Spinaci ? Nemmeno per sogno"

"Ieri sera papà li ha comprati al supermercato e dice che dobbiamo mangiarli. Sai, con quel tono a "non discutere con me figliolo"", dice Luca imitando spassosamente suo padre.

"Non ci penso nemmeno, sono abbastanza grande da decidere cosa mangiare e cosa no". Laurent è risoluto e non vuol sentir parlare di spinaci.

"Lui la pensa in modo diverso... e io preferisco adeguarmi. Prenderle per le cose serie ci può stare, ma prenderle per gli spinaci... è da coglioni!". Luca, invece, oggi appare più malleabile.

"Non sono un coglione! SONO UN CARNIVORO", e si dirige verso il fratellino con la bocca aperta.

"Prendi questo allora!" e Luca tira un hamburger crudo verso il fratello, che lo prende al volo e lo sbatte nella teglia

"Luca..."

"Dimmi"

"Mi giuri che non dici niente a papà ?" Laurent inizia a preoccuparsi.

"Della sigaretta ?"

"Sì"

"Non ho bisogno di giurare. Pensi di avere una spia come fratello?"

"No hai ragione, mi fido di te", e Laurent sorride con affetto al fratello.

"Ma sono preoccupato -continua- se gli venisse un sospetto e te lo chiede tu non potresti mentire, ci andresti di mezzo"

"Boh. Ci penseremo quando sarà il momento."

"Bisogna stia più attento, vero ?"

"E' due ore che te lo dico. Fai che ti sgami un prof qualsiasi e papà lo sa nel giro di mezz'ora, e te nel giro di un'altra ti ritrovi con il culo rosso...magari ci puoi accendere una sigaretta!". Luca cerca di sdramatizzare la situazione.

"Non fai ridere"

"E invece si! Te lo immagini Chris con le chiappe belle rosse e te che gli ci accendi una sigaretta ?" Dice Luca ridendo, e in effetti la scena è talmente comica che anche Laurent inizia a ridere, poi pensa al suo di sederi in fiamme e smette subito.

"Se fosse solo Chris che fuma sarei quasi tentato dal dirlo... non lo sopporto proprio... ma ci sei te di mezzo, e quindi starò zitto"

"Meglio così...ma Chris non è cattivo, è solo che è figlio unico e qundi non capisce quant'è bello avere un fratello scemo come te!"

"You suck, big bro". Dice Luca ripetendo una frase che sente tutti i giorni quando Laurent guarda il wrestling in TV.

"Luca! Se ti sente papa vedi"

"E' forse qui? Lo vedi?"

"mmm che spirito..."

"Tanto non gli puoi dire niente di me, e sai per quanto!"

"Che vuoi dire"

"Indovina: chi ci rimette di più se iniziamo a fare le spie?"

"STRONZO!" Urla Laurent improvvisamente arrabbiato!

"Calmati, bro. Sei in una botte di ferro". Lo tranquillizza Luca.

"Detto da te...mangiamo che è meglio. Sono pronti gli hamburger?"

"Si. Dividi gli spinaci".

"Ancora??? Sai dove ti puoi infilare gli spinaci?"

"Cazzi tuoi."

Finalmente i due fratelli si siedono a tavola, mangiando ascoltando musica e leggendo, cose che in presenza del padre non possono fare.

Luca ha portato giù il cd del Boss, e Laurent lascia fare. Non è del tutto spiacevole come musica, anzi, gli sembra solo strano che il fratello dodicenne ascolti musica del padre... ma in fondo, il rock'n'roll è la sola cosa intergenerazionale del '900... e questo è rock'n'roll purissimo.

I HAD A FRIEND WAS A BIG BASEBALL PLAYER BACK IN HIGH SCHOOL HE COULD THROW THAT SPEEDBALL BY YOU MAKE YOU LOOK LIKE A FOOL BOY SAW HIM THE OTHER NIGH AT THIS ROADSIDE BAR I WAS WALKING IN AND HE WAS WALKING OUT WE WENT BACK INSIDE SAT DOWN HAD A FEW DRINKS BUT ALL WE KEPT TALKING ABOUT WAS

GLORY DAYS WELL THEY'LL PASS YOU BY GLORY DAYS IN THE WINK OF A YOUNG GIRL'S EVE GLORY DAYS, GLORY DAYS

E il pranzo va avanti tra canzonature, parolacce, musica ad alto volume...

E' passato qualche giorno, durante i quali Laurent ha smesso di fumare davanti a scuola, ammettendo che il suo fratello scemo non era poi così scemo, a volte, e Luca ha smesso di prenderlo in giro. Non sono consapevoli di essere sul ghiaccio sottile, o comunque, come tutti i ragazzi, non se ne preoccupano più di tanto.

"Laurent! Cazzo Laurent vieni a vedere, corri!"

Luca è alla finestra di camera loro, che dà sul giardino e sull'ingresso della casa. Laurent era alle prese con matematica, e Luca con la playstation. Ogni pochi minuti si becchettavano nervosamente, si stuzzicavano a vicenda come d'abitudine... Laurent poteva tranquillamente scendere a studiare in salotto, o in cucina, oppure Luca poteva abbassare o togliere il volume della playstation... ma vuoi mettere come è bello litigare quando se ne potrebbe fare a meno?

Però Laurent riconosce il tono d'allarme del fratello quando lo chiama, e corre alla finestra.

"Che c'è ?"

"C'è il preside di scuola tua... ecco che c'è!"

"E che cazzo vuole ?". Laurent è sulle spine ed inizia a preoccuparsi sul serio.

"Perché non scendi e glielo chiedi, magari proprio così?"

"Cretino"

"Quali cazzate hai fatto ultimamente, a parte la geniale idea di fumare?"

"Zitto idiota, zitto!". Laurent cerca di trovare un motivo diverso dalle sigarette che abbia potuto portare il preside a casa sua. Ma purtroppo per lui non ne trova uno abbastanza convincente.

"Ma per favore! Lo vedi come stiamo zitti nel giro di mezz'ora, se è venuto per quello. E poi idiota sei te, se proprio ce n'è uno"

Laurent sta per lanciarsi sul fratello, ma si trattiene. Se è nei guai li aumenterebbe e basta, e se non lo è... avrà modo di fare i conti con Luca dopo.

"A scuola non ho fatto niente, gli ultimi voti sono più che buoni, non ho bigiato... che cazzo vorrà... magari vuol parlare a papà di qualcosa da sponsorizzare a scuola...". Laurent cerca di farsi coraggio

"Oppure lo vuole invitare al country club!" dice Luca in tono volutamente ironico: è molto più pessimista del fratello, e teme per lui e in parte per sè: ha paura che il padre gli chieda "Lo sapevi?" E lui non potrebbe mentire...

Amareggiati, preoccupati, tesi, i due fratelli si buttano sui rispettivi letti, meditabondi.

Passa circa mezz'ora, lo stereo ora è basso, i Blind Guardian suonano, una volta tanto, senza essere ascoltati da nessuno. Luca sente il rumore della porta di casa che si apre, si affaccia e vede il preside che esce insieme al padre; quest'ultimo lo accompagna alla macchina, lo saluta e torna verso casa. Camminando lancia un occhiata alla camera dei figli, e questo fa capire a Luca che ci sono guai in arrivo, e sente le farfalle che si fanno largo nello stomaco... "Cazzo Lauri. Cazzo papà ha guardato in su, e ho paura che ci siamo."

Laurent balza sul letto, è pallido come il lenzuolo: vorrebbe non aver mai toccato sigaretta in vita sua...

"Luca, tu stanne fuori. Tu non sapevi niente, chiaro ?"

"No bro, se papà me lo chiede gli dirò la verità NON voglio mentire mai più, ne ho prese abbastanza un po' di tempo fa, per una bugia."

"Non ti picchierà perché lo sapevi"

"Mi picchierà per non averglielo detto"

"Mi dispiace, ciccio". Laurent chiama 'ciccio' il fratello solo nei momenti particolarmente intimi. Lo sguardo di Laurent è evidente: gli spiace davvero.

Luca scrolla le spalle, sta per parlare ma non fa in tempo, si apre la porta e il padre entra nella stanza.

"Buonasera, ragazzi."

Solamente attraverso lo sguardo con cui il padre lo ha guardato Laurent capisce che la verità è venuta a galla.

"Ciao papà"

"Ciao papi"

Silenzio. Michael si siede su una seggiola. Si è tolto la giacca, è in maniche di camicia. Lo sguardo è serio, ma non inferocito come temeva Laurent.

"Allora ? niente da dire, niente da chiedere ?"

Silenzio.

"Laurent, perché non mi dici niente ?"

"Non so che dire". Risponde Laurent più che mai in imbarazzo.

"Sai oggi mi è venuta voglia di fumare una sigaretta, non è che puoi offrirmi una delle tue?"

Silenzio raggelante nella camera. Luca chiude un attimo gli occhi. 'Ci siamo', pensa.

Laurent ha abbassato lo sguardo e la testa. Non ce la fa a guardare il padre.

"Guardami quando ti parlo". Gli dice Mr. Henry, ma non urla.

Laurent alza la testa, fissa il padre (o meglio: cerca di fissarlo) e cerca di non piangere: è grande, cazzo, pensa, non può piangere: ma di fronte a suo padre si sente un ragazzino, e già lo sguardo dice tutto...

"Allora lo hai saputo". Dice il quattordicenne sottovoce e rassegnato.

"Certo che l'ho saputo! Sei stato così furbo a nascondere questo segreto che ormai lo sa quasi tutta la città".

"Papà..."

"Zitto. Non voglio sentire altre scuse e bugie da te. Ti hanno visto fumare il preside, la professoressa di matematica e quello di ginnastica. Mi viene anche da pensare che tu sia scemo, perché mettersi a fumare davanti a scuola... nemmeno... Luca, togliti quell'inizio di sorriso dalla faccia e ascoltami bene anche tu perchè tanto lo so che lo sapevi, penserai mica che lo scemo di casa sono io, vero ?"

Luca abbassa la testa. L'istinto sarebbe di dire 'Laurent, idiota, ti avevo detto la stessa cosa', ma è consapevole che non sarebbe un'idea grandiosa...

Dopo un ultima occhiata minacciosa a Luca, Mr. Henry torna a rivolgersi al figlio maggiore.

"Ma non sei scemo perché fumi davanti a scuola pensando che io non lo venissi a sapere, sei scemo perché FUMI!" e dando un primo urlo e un primo colpo con la mano sulla scrivania, facendo sussultare lo stereo, ancora in funzione.

"Luca, per favore, spegni lo stereo". Ordina il padre.

Luca si affretta ad obbedire, interrompendo la voce di Hansi Kursch nel bel mezzo di "Another Holy War".

"Quant'è che va avanti questa storia ?". Inizia l'interrogatorio di Michael Henry.

"Più o meno 2 mesi, papà" è la risposta di Laurent, con voce bassa

"Quante sigarette hai già fumato ?"

"Non so... ho comprato un pacchetto l'altro ieri, ed è pieno a metà... ed era il terzo, mi pare.. però le ha fumate anche Chr..." 'Cazzo che idiota che sono' pensa Laurent e si interrompe.

"Non darti tanta pena per il tuo amico, lo scemo numero due: il preside in questo momento sta informando Ivan, e quindi non devi coprire nessuno."

"Ho capito, papà". Per lo meno Laurent non era l'unico ad essere stato scoperto.

"Chi ha iniziato, di chi è stata l'idea ?"

Silenzio

"Laurent, forza. "

"Mia". Ammette il ragazzo.

"Perché? Cosa pensavi di dimostrare?"

"Ero curioso... tanti ragazzi a scuola mia fumano"

"Quanti in classe tua ?"

"Non lo so..."

"LAURENT! Non dire balle"

"Io e Chris..." ammette Laurent

"E siccome voi pensate di essere più furbi, più grandi, più belli fumando, allora perché no vi siete detti ? Tanto, cosa vuoi che succeda?".

Michael Henry è furibondo, suo figlio si è comportato da perfetto idiota non usando il cervello e comportandosi come una banderuola seguendo il comportamento dei ragazzi più grandi di lui che fumando pensano di essere più importanti degli altri.

Silenzio.

Senza alzare la voce, ma con fermezza, Mr. Henry continua.

"Lo sai, stupido, che il fumo dà assuefazione ?"

Silenzio.

"Rispondi!"

"Si...lo so... cioè... è come...una droga..."

"Non proprio, ma sei abbastanza informato e abbastanza intelligente per sapere che la nicotina che c'è nelle sigarette non ti va solo ai polmoni, ma anche al cervello, e ti provoca dipendenza, cioè te la fa desiderare quando sei senza da qualche ora o cerchi di smettere... e più vai avanti a fumare e più la dipendenza aumenta... e sei anche abbastanza informato e abbastanza intelligente per sapere che chi fabbrica sigarette aumenta la nicotina *apposta * per aumentare l'assuefazione nel fumatore."

"Ecco, questo è quello che cerchi di farti. E non ti sto dicendo che sei un drogato, o che lo diventerai; ma ti sto dicendo che fumare ti danneggia fisicamente e mentalmente, ed è per questo che sono deciso ad impedirtelo, a tutti i costi, per quanto più tempo possibile. Quindi, finchè vivrai in questa casa, non ti è permesso fumare, e meno che mai a 14 anni. Chiaro ?"

"Si" risponde Laurent con un filo di voce.

"NON HO SENTITO!" e secondo pugno sulla scrivania.

"SI!" risponde Laurent con più forza.

Prima di dirti ciò che ti aspetta voglio farti una domanda: ce l'hai un cervello?"

"Sì papà".

"Bene, allora fammi un favore: inizia ad usarlo".

Laurent rimane in silenzio, queste parole del padre sono più pesanti di 100 sculacciate. Sente salire le lacrime agli occhi per [aver deluso così profondamente suo padre.]

Mr. Henry riprende la parola: "Primo. Da domani, la tua settimana è sospesa, fino a nuovo ordine. Ti darò i soldi via via e mi dirai ogni sera come li hai spesi."

'Addio dvd dei BG...' è il primo pensiero di Luca

"Secondo. Appena possibile, verrai con me da un medico che ti parlerà dei danni causati dal fumo, e ti farà vedere un po' di diapositive e di filmati, e li guarderai anche se tu dovessi vomitare anche l'anima."

Sta per pensare 'che palle' quando qualcosa lo trattiene, una vocina dentro di lui gli dice che non sarà divertente.

"Terzo. Da domani, per una settimana, niente uscite eccetto la scuola. Niente calcio, niente piscina, niente amici, niente di niente. Te ne stai in casa e basta, e anzi giacchè ci sei rimetti in ordine tutta la libreria di sotto, spolverando e pulendo alla perfezione. Ovviamente senza che questo porti via tempo allo studio."

'In galera è meglio', pensa silenziosamente Laurent. Il ragazzo resta comunque sul chi vive.

Il padre fa una pausa, inevitabilmente, che però mette sul chi vive Laurent. Già così gli sembra una punizione severa: spera di non essere picchiato, anche se sa che difficilmente le scanserà: avverte il solito senso di disagio allo stomaco, le farfalle, come le chiamano lui e Luca, che precedono sempre una sculacciatura.

"Quarto, e infine, vieni qui."

Laurent è attonito, ma non può dirsi stupito: è da un ora che aspetta queste parole, da quando il preside è entrato in casa...si avvicina al padre, sapendo benissimo cosa sta per succedere, ma sapendo anche che stavolta non le può scansare.

Mr. Henry, mentre inizia a sganciare la cintura dei pantaloni di Laurent, ad abbassarglieli insieme ai boxer, continua comunque con i rimproveri.

"Ecco ci siamo ci siamo cazzo cazzo" pensa Laurent. "Papà... ti prego... no..." non può fare a meno di chiedere, pur sapendo che è tempo perso.

"Sai benissimo che ti sarebbe successo, perché varie volte ti avevo avvisato che il fumo è uno dei limiti che NON DOVEVI VALICARE in nessun caso, e se ti ricordi le parole precise che ti ho sempre detto, dovevi aver messo in conto di prenderle."

Laurent è già in posizione, maglietta alzata, pantaloni e boxer abbassati, steso sulle ginocchia paterne: certo sensazioni non nuove per il ragazzo 14enne, ma tuttavia ogni volta è nervoso, teso, preoccuapato: non vuole piangere, non vorrebbe lamentarsi, non vorrebbe essere in queste condizioni: soprattutto, si rende conto, NON VORREBBE MAI AVER INIZIATO A FUMARE.

Mr Henry si rivolge al figlio minore, che ha ascoltato e osserva; non è la prima volta che vede il fratello prenderle, ma papà è comunque preoccupato per lui.

L'attesa di Laurent, intanto, inizia a farsi nervosa. È steso sulle ginocchia del padre con già il sedere nudo, ma la punizione non è ancora iniziata.

"Luca, tu lo sapevi." Non è una domanda: è una affermazione.

"Si."

"So già perché non me l'hai detto, e non ti posso biasimare, al tuo posto avrei fatto la stessa cosa. Non sarai certo sculacciato per questo perché non sarebbe giusto, però anche te, per una settimana, niente uscite, darai una mano a tuo fratello per la biblioteca, lavorerete fianco a fianco e se vi sento litigare le prendete, e verrai anche tu dal medico."

"Se pensi -prosegue- di non voler stare qui, se ti fa stare male vedere tuo fratello che le prende puoi uscire.

"Si. papà"

Luca va verso la porta, con un ultima occhiata verso Laurent: è sparito lo sguardo a "te l'avevo detto" presente al momento dell'arrivo del preside, ora c'è solo la montagna del loro affetto e della loro solidarietà... 'Forza bro, forza. Come dici te, prima si inizia, prima si finisce' è il muto incoraggiamento di Luca al fratello.

SPANK! Senza ulteriore indugio, iniziano le sculacciate per Laurent, mentre Luca valica la soglia: il rumore lo fa trasalire. 'Cazzo che cretino però che è stato... e poi papà mi ha sorpreso, ero convinto che gliele desse con il battipanni...'

SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK!

E' iniziata. Laurent subisce in silenzio, non conosce altro modo, altra strada, altra possibilità.

SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK!

Dentro di sé il ragazzo sa che stavolta se l'è davvero meritate. In quel momento rimpiange il giorno in cui ha toccato la prima sigaretta. Pensava che fumando sarebbe stato ammirato e rispettato dai suoi compagni e dai ragazzi più grandi, come se il rispetto fosse legato all'imitazione di comportamenti degli adulti, invece che al cercare di essere il più possibile se stessi con spontaneità

SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK!

Il dolore inizia a farsi sentire. Papà non sta certo risparmiando le sue forze...

SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK!

Laurent inizia a lacrimare, oltre che per il dolore, piange per la vergogna di essere stato così stupido nel farsi beccare e di aver deluso suo padre con un comportamento da idiota, tra l'umiliazione e il dolore inizia a farsi strada l'idea che le sta prendendo non solo perché fuma, ma perché ha fatto una cosa che lo avrebbe fatto stare male...

SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK!

Dopo questa serie di colpi il didietro di Laurent è già abbondantemente rosso, e la sofferenza del ragazzo è evidente: si contorce, si agita, ma la mano sinistra del padre lo tiene fermo in posizione, e la destra compie instancabile un altro passaggio

SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK! SPANK!

Finalmente, Laurent crolla. "BASTA! BASTA! PER FAVORE PAPA'! BASTA BASTA!!! GIURO CHE NON FUMO PIU'! LO GIURO! LO GIURO! BASTA TI PREGO!"

"Ok, Laurent, Ok. Adesso rilassati e calmati. Sono state le sculacciate più meritate di tutta la tua vita, e io ogni volta spero siano le ultime. Siccome non sei scemo, non sto a farti la cronaca di quello che ti succede se ti ribecco a fumare, o compare sigarette, o ad averci a che fare. In confronto, la ripassata di oggi ti sembrerà una passeggiata. Chiaro, giovanotto ?" dice mr. Henry mentre tiene ancora posata la mano destra sul sedere del figlio, e visto che la risposta tarda ad arrivare... SPANK!

"AHIAAA! SI SI SI CHIARO SI SI BASTA PAPA' TI PREGO!"

Aiuta Laurent ad alzarsi, cerca di capire se la punizione è stata sufficiente, ha qualche dubbio ma non se la sente di picchiarlo ancora. Scuote la testa, si alza anche lui, guarda il figlio in lacrime che si sfrega le natiche, rosse dall'attaccatura delle gambe fino quasi alla schiena: non c'è niente da fare, non riesce ad essere arrabbiato con Laurent, o con Luca, più del tempo strettamente necessario, e questo era finito. Prende affettuosamente il figlio per la nuca, allarga il braccio e lo attira a se in un abbraccio strettissimo, e Laurent vi si abbandona, stremato ed ancora tremante.

I due passano diversi minuti in silenzio, senza dirsi niente, abbracciati. Laurent ha smesso di singhiozzare, è rilassato. Solo il suo fondoschiena ancora rosso testimonia ciò che è avvenuto.

Con delicatezza papà inizia a tirargli su i boxer, Laurent si stacca dall'abbraccio paterno, si asciuga gli occhi e finisce di rivestirsi.

"Laurent, io vado da tuo fratello, voglio essere sicuro che sta bene. Datti una rinfrescata, lavati la faccia e poi scendi giù. Ok ? "

"Ok papà, ok. Vai da Luca, io preferisco stare un po' qua. E... papà ? "

"Dimmi"

"Prendi queste, e buttale via. ". Laurent consegna al padre un pacchetto pieno a metà di sigarette, che era nascosto dietro ai cd.

"Ok, le butto via io. "

"Però, ti trattavi bene... Chesterfield... cretino che non sei altro, sono tra quelle più forti... E' bene che tu me le abbia fatte vedere ora." L'ultima frase pronunciata con rabbia, accartoccia le sigarette ed esce, scotendo la testa.

Nel frattempo, da basso, Luca è seduto in cucina e aspetta il padre. Ha capito perché non ha punito Laurent con il battipanni, non poteva usarlo: è spezzato in due nel cestino della spazzatura, pronto per volare nel cassonetto. Luca è colpito da questo gesto paterno, sembra quasi che ultimamente il padre voglia eliminare qualsiasi strumento correttivo... resta solo la spazzola, che i due ragazzi conoscono fin troppo bene.

Luca, però, appare triste e mogio, così il padre gli chiede:

"Luca, cosa succede?"

Il ragazzino si toglie le mani dalla faccia mostrando gli occhi leggermente arrossati.

"Papà, tu non ci crederai ma gliel'ho detto, in tutti i modi! Sono triste per Laurent, ho cercato di convincerlo a smetterla, ma non ci sono riuscito. E ora sono mi dispiace che lui è stato picchiato".

"Non dire così, io non ho picchiato Laurent, l'ho sculacciato per fargli capire gli errori che ha commesso, proprio come faccio con te. Io vi voglio bene e cerco sempre di darvi il buon esempio e di spiegarvi con calma come ci si deve comportare. A volte, però, quando non la capite con le buone mi tocca sculacciarvi, ma non pensare che mi diverta o che la ritenga una cosa piacevole. Quante volte vi ho parlato dei problemi che provoca il fumo e del perché non bisogna fumare?".

"Tante". Risponde Luca.

"Esatto, ma a quanto pare a Laurent non sono bastate. Per questo ho dovuto punirlo, probabilmente dopo questa dose di sculacciate i danni che crea il fumo gli rimarranno meglio in testa. Lo faccio per il suo bene. Luca, fai bene a preoccuparti per tuo fratello, ti fa onore; ma devi capire, dovete capire, che non sempre tutto si può risolvere con un urlaccio o poco più, e stavolta è stata una di quei casi."

"Hai ragione"

"Sarebbe molto peggio per voi avere un padre che si disinteressa della vostra vita, che vi lascia fumare, vi lascia ubriacare, non vi fa andare a scuola. So che a volte posso sembrare duro, ma è perché mi preoccupo per voi, voglio che cresciate bene e che abbiate una vita stabile e, più possibile felice. Questo lo capisci, vero ?"

"Sì papà" Luca era quasi completamente convinto.

"Bene, allora smettila essere triste per Laurent, non ho nemmeno usato il battipanni (e Dio sa se se lo meritava...), e come hai visto ha fatto la stessa fine che ha fatto tempo fa la cintura: buttato via. Già che ci sei fai qualcosa di utile per lui, preparagli un panino con la nutella e un bicchiere di coca, e portaglieli su, gli farà piacere uno spuntino dopo questa punizione".

"Ok, ora lo preparo".

"Bravo" Dice Mr. Henry e con una scompigliata ai capelli saluta Luca.

Per Michael Henry è stata dura affrontare questo discorso con Luca, è difficile far capire ai figli che anche quando li punisci lo fai per il loro bene. Michael Henry sarebbe più contento se ogni cosa filasse sempre per il verso giusto, se i suoi figli non si mettessero mai nei guai e si comportassero sempre come degli angioletti. Ma questo è impossibile, ed è giusto che sia così.

La vita di un ragazzo è come un bivio percorso da mille strade alcune buone, moltissime cattive. Quelle buone sono strette e poco invitanti, quelle cattive sono larghe e facili da imboccare, basta una compagnia sbagliata, un consiglio in malafede, un giudizio superficiale

Il compito di un genitore è quello di indicare le strade giuste e di riportare sulla retta via il figlio quando questo inevitabilmente imbocca quella sbagliata e farlo prima che sia troppo tardi.

Laurent stava percorrendo una strada cattiva, ma fortunatamente il tragitto è stato molto corto e Mr. Henry dovrebbe essere riuscito in tempo a riportarlo sulla giusta rotta. Purtroppo, è un'operazione un po' dolorosa, ma andava assolutamente fatta.

Luca, nel frattempo, è dal fratello con i "viveri". Laurent ha apprezzato moltissimo il panino con la nutella e la coca, evita però di guardare il fratello. Sa che sta per dirgli "io te l'avevo detto" e non lo vuole sentire.

"Luca, per favore, evita commenti del tipo 'lo sapevo', 'te l'avevo detto' e così via. Mi girano le palle a mille, mi fa male il culo, sono in punizione fino a dio solo sa quando, senza settimana, devo lavorare di sotto e i tuoi commenti me li caccio sai dove!"

"Veramente..." -risponde Luca con lo sguardo a cucciolo perso- "io volevo chiederti come stavi... se volevi qualcos'altro..." e gli vengono i lucciconi.

Laurent crolla. L'immagine di luca con gli occhi bassi, lucidi, che si preoccupa per lui è troppo per i suoi sentimenti, corre incontro al fratello e lo stringe a se in un abbraccio soffocante, mormorando parole di scusa e, cosa che non faceva da più di 10 anni, baciandolo sulle guance.

"Dio Luca, perdonami, che stronzo che sono, che stronzo. Ti ho aggredito e mi sono sfogato con te, scusami. "

"Non preoccuparti, Laurie, non preoccuparti "

Luca risponde all'abbraccio e ai baci del fratello, un po' stupito ma anche contento di queste manifestazioni tra loro, si sente protetto, al sicuro.

"Fammi vedere i segni! Voglio vedere se si accende la sigaretta!" dice Luca con un sorriso da un orecchio all'altro, non per prendere in giro Laurent, ma per farlo ridere, e ci riesce: Laurent ride di gusto, si gira, si abbassa pantaloni e boxer e

"Chris ce l'ha di sicuro più rosso, perché suo padre col cavolo che gliele ha date con le mani..."

"Laurie, sai che papà ha buttato via il battipanni ? fatto in due pezzi e buttato nel cassonetto. Così, senza dirci niente. Deve averlo fatto dopo che il preside è andato via, prima di salire..."

"Si... mi immagino la scena... è andato per prenderlo, perché voleva usarlo con me... e invece non se l'è sentita e l'ha fiondato nella spazzatura... ".

"Siamo fortunati, big bro. Siamo molto fortunati" dice Luca con tono serio e consapevole.

Fine *


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